Pensate che se l'Italia e l'Unione Europea avessero una politica estera indipendente, oggi guarderemmo la situazione in Ucraina da spettatori.
Invece nel 2022 siamo ancora membri di un'alleanza militare in chiave anti-russa, in una condizione di tale sudditanza geopolitica da non voler ammettere che un'espansione a Est della NATO rappresenta una chiara minaccia alla sicurezza nazionale della Russia a cui segue una comprensibilissima reazione.
Siamo ancora nel 2022 garanti degli interessi degli yankee nella perpetua violazione della pace mondiale e dell'autodeterminazione di popoli e Stati sovrani, con la nostra vuota retorica su nazifascismo e diritti umani smontata dall'assordante silenzio sulle azioni criminali della brigata Azov e delle numerose realtà paramilitari ucraine di estrema destra, dai bombardamenti nelle regioni filorusse Donetsk e Luhansk a sostegno del governo centrale filostatunitense.
Siamo ancora nel 2022 incapaci di scrivere un destino che non contenga la parola "atlantismo".
Abbiamo in Italia il più grande partito di centrosinistra campione indiscusso di appecoronamento ai diktat della Casa Bianca, teoricamente erede del PCI ma a livello pratico una nuova Democrazia Cristiana.
E alla fine dei giochi, a rimetterci sarà il popolo italiano ed europeo.
Noi, amici di chi ha storicamente soffocato la nostra classe dirigente, interferendo con la nostra democrazia e la nostra sovranità nazionale.
Noi, amici di chi rappresenta la principale causa di guerre e tensioni geopolitiche insieme ai bulli sionisti d'Israele.
Ma puntare il dito contro le dittature formali di Putin e Xi Jinping, mai rivelatesi una minaccia per il nostro Paese, rimarrà lo sport nazionale preferito nei salotti politici e televisivi.
E subiremo le conseguenze di un'escalation dove abbiamo sia economicamente, sia diplomaticamente, sia moralmente da perdere.