Matomo
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"Il richiamo della foresta" - Presentazione

Certo che definirmi lettore è un grave errore, almeno lo ero diverse estati fa, quando mi ritrovai tre grandi classici nella stanza da letto: “Il giro del mondo in ottanta giorni”, “L'isola del tesoro”, “Robinson Crusoe”... e il “jolly” di cui tratterò: “Il richiamo della foresta” (da me erroneamente confuso con “Zanna bianca”).

Che vi piaccia o no, la mia esistenza è basata su un costante e quasi fanatico rapporto di superiorità e inferiorità in tutte le cose, soprattutto nelle relazioni; questo era il più grande difetto e privilegio della mia infanzia. Ebbene è proprio questo il tema centrale dell'opera.

Naturalmente trattiamo di una mentalità di branco, i soggetti del racconto non possono che essere cani e lupi. Buck, un tranquillo e noioso cane sedentario, si ritrova rapito e ceduto a degli spietati cercatori d'oro, per poi essere sottoposto a logoranti violenze ed indirizzato verso un nuovo, tanto glorioso quanto sofferente e ingiusto destino. L'immane spirito di sopravvivenza, il carattere indomito, faranno di una pigra e insofferente bestia prima un animale da traino, e dopo dure prove e sfruttamenti tra i gelidi soffi invernali, un audace capobranco.

Il brano rappresenta un grande insegnamento, che appartiene a ogni specie vivente, così come alla specie umana: vige la legge del più forte anche nei climi apparentemente più favorevoli, e bisogna sempre adoperarsi per sopravvivere; e per esserlo, certo l'inferiorità fisica e mentale rappresenta il più grande limite. L'insegnamento (forse da me mal interpretato, conoscendomi) può parere un inno alla prepotenza e all'arroganza; grave errore: come si può dedurre solo dalla lettura (e non da una così inutile presentazione), oltre a ingiustizie e crudeltà tra le stesse bestie, vi è una sovrabbondanza di manifestazioni di solidarietà e, paradossalmente (non trattiamo di uomini), umana compassione e rimpianto. Nessun membro del branco accetterebbe tale situazione, ma quando il disprezzo è meno impetuoso del pericolo, occorre macchiarsi l'animo di malvagità per salvaguardare la propria esistenza, indiscutibilmente la più importante tra tutte.

E a conclusioni tratte, non posso che consigliarvi la lettura di questa opera straordinaria, che richiama in ciascuno di noi tanti episodi di orgoglio e vergogna della vita di ogni giorno.

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