Purtroppo il 23 maggio 2023 passerà alla storia come la profanazione di un luogo sacro e della memoria di Giovanni Falcone.

Il 23 maggio 2023 le Forze dell'Ordine sono state impiegate per silenziare e reprimere il corteo popolare promosso dai movimenti Our Voice e Attivamente, nel tentativo (fortunatamente non riuscito) di proibire l'accesso all'Albero di Falcone e la commemorazione di un eroe di Stato.

Il 23 maggio 2023 un governo di evidente connotazione post-fascista e una giunta regionale con esponenti in passati rapporti con Cosa Nostra si sono macchiati di una decisione priva di precedenti dal 1992, come ci ricorda WikiMafia.

Il 23 maggio 2023 un momento di unità nazionale è stato trasformato in un momento di divisione e repressione, con l'utilizzo indiscriminato dei manganelli contro manifestanti pacifici.
Questa è la storia che già alcuni giornali, persino di opposizione, si apprestano a raccontare come lo scontro tra Istituzioni e un "contro-corteo" o peggio "corteo non autorizzato", dimostrando grave disonestà intellettuale.

Sappiano i sostenitori del metodo fascista, i collusi, i traditori che sotto mentite spoglie appoggiano segretamente una destra securitaria e ancora berlusconiana che questa triste pagina della nostra storia non potrà essere riscritta né reinterpretata.

Solidarietà ai compagni feriti dalle inutili e violente cariche di alcuni agenti delle Forze dell'Ordine.

Solidarietà anche a quegli agenti che senza abusare delle proprie funzioni si sono trovati costretti ad eseguire un'ordinanza fascista e divisiva dell'ultimo minuto.

Quanto accaduto sarà un ricordo indelebile cui deve seguire una risposta della società civile e delle (vere) opposizioni politiche.

Non siete Stato voi, siete stati voi: governo, giunta regionale, apparati istituzionali senza spina dorsale, fondazioni che preferiscono delegare l'antimafia a chi ha sempre tradito la causa.

Il 23 maggio 2023 avete oltraggiato la figura di Giovanni Falcone.
Miserabili.