Matomo
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Sit-in a sostegno di Gratteri

Lasciatemi dire che l'organizzazione del sit-in a sostegno di Nicola Gratteri è stato un vero e proprio atto di coraggio: per un'abbondante mezz'ora i passanti ti guardavano con aria diffidente, spaventati sia all'idea di manifestarsi esplicitamente contro la 'ndrangheta sia di essere etichettati come sostenitori di una certa fazione politica, malgrado l'assenza di ogni simbolo.
Con il reggino - tendenzialmente rassegnato e disinteressato - bisogna incaponirsi e perseverare per ottenere la sua attenzione, qualcuno che decida di spezzare la monotonia della passeggiata sul Corso o che emerga per lo spiccato senso civico non tarderà ad arrivare.
L'ho appreso oggi con un microfono e un megafono tra le mani (a seconda di quale dispositivo funzionasse) assistendo con piacere all'afflusso di decine di concittadini.
Abbiamo convinto una signora a intervenire dal pubblico e ritengo che il suo discorso sia stato indubbiamente uno dei più interessanti.
Abbiamo creato uno spazio di legalità, abbiamo dichiarato aperto sostegno in uno dei luoghi più centrali della città a tutti quei magistrati che stanno rischiando la vita per lo Stato con risultati e arresti eccellenti.
A scanso di quanto certi politicanti e mass media apertamente critici con Gratteri vorrebbero far credere NON si è trattata di idolatria "giustizialista" o "manettara" nei confronti di un procuratore, ma dell'occasione per affrontare tutte quelle tematiche che alimentano e al contempo sono alimentate dalla pressione mafiosa.
A Reggio Calabria oltre a una 'ndrangheta affarista (un tempo stragista) esiste una 'ndrangheta morale che affligge anche il cittadino più onesto: le conseguenze più evidenti - oltre a un senso di rassegnazione diffuso - è l'emigrazione giovanile così come l'assenza di denunce per problemi di manutenzione ordinaria o inefficienza dei servizi pubblici.
Sia la repressione delle mafie sia la qualità della vita dipendono strettamente dalla politica.
Ci lasceremo sopraffare dalla mediocrità dei "nun c'è nenti" o risponderemo al fuoco amico andando a votare?
Senza peli sulla lingua e senza alcuna indicazione di voto ho voluto mettere in chiaro diversi concetti:
1) Recarsi alle urne è un DOVERE CIVICO, fondamentale nel contrasto alle clientele e al voto di scambio;
2) Bisogna orientarsi su forze politiche "votabili", esistono e chi finge altrimenti è un mediocre 'rrigitano lagnone;
3) L'emigrazione giovanile è responsabilità di una certa classe politica inadeguata;
4) L'emigrazione giovanile è al contempo un mito della nostra generazione inseguito a prescindere dalla propria condizione socioeconomica, una moda lesiva della soddisfazione personale;
5) Emigrazione giovanile significa OSTRACISMO, per questo ritengo sia in gioco anche la nostra dignità;
6) Con le mafie siamo in guerra, ma scordatevi lupare e armi da fuoco perché i veri nemici odierni sono i colletti bianchi.
Ultima considerazione: quando sostenete di non trovare il tempo per partecipare alle manifestazioni, ricordatevi che io ero lì presente a pochi giorni da una sessione d'esame.
Io sto con Gratteri e non solo sui social, coraggio reggini!

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