Matomo
Chiudi Menu 

Né la prima né l'ultima sciarra

Legalità e cultura (intesa soprattutto come politiche sociali attive) sono l'unico binomio vincente contro violenza e criminalità.
Quando lo Stato e l'amministrazione comunale falliscono in entrambe le direzioni, il disastro è totale.

Sia ben chiaro: l'infame episodio cui abbiamo assistito interessa l'intero Paese e anzi non affligge Reggio Calabria quanto altri territori - per ragioni di cui non andare fieri, ossia la presenza della ndrangheta che contiene la microdelinquenza.

Al fronte del grave disagio culturale e socioeconomico, l'Italia sarebbe terzo Paese europeo per "militarizzazione" dopo Russia e Turchia, vale a dire per numero di poliziotti in rapporto alla popolazione (467 agenti ogni 10.000 abitanti contro una media europea di circa 350/10.000).

Nonostante questo primato ci dimostriamo incapaci di proteggere uno dei luoghi più centrali della Città, lo stesso giorno in cui vi era un eccezionale dispiegamento di forze presso il lido Emily's, a poche centinaia di metri dall'accaduto.

E non parliamo dell'assenza di politiche sociali: soprattutto con l'avvento della pandemia, gli adolescenti sono sempre più abbandonati a sé stessi e alle incertezze di questo triste periodo storico, ricevono modelli culturali che oscillano tra l'individualismo neoliberale - gentilmente offerto dalla nostra classe dirigente - e l'ostentazione del potere mafioso e paramafioso.

Cresce una generazione che a fatica prova a emanciparsi da individualismo, disagio sociale, ma anche noia che degenera in violenza.
Il mix esplosivo che ne risulta è una società omertosa e persino compiacente verso i pochi violenti che, sia mai, saranno figli di qualcuno e bisogna tenerseli buoni (al punto da ridere dietro lo schermo, magari quel ragazzo ribelle se l'è pure meritate).

Parlo con cognizione di causa, da adolescente ho conosciuto in prima persona il bullismo e l'arroganza paramafiosa, la pavidità di certi insegnanti davanti alle famiglie, la complicità di chi ti ride in faccia e si "dispone a cerchio".
So di che parlo, anche se fortunatamente non ho mai affrontato un tale livello di violenza.

Conosco i discorsi omertosi di molti miei coetanei e soprattutto delle vecchie generazioni, i costanti inviti ad abbassare la testa addirittura pontificando su situazioni che non hanno vagamente conosciuto.

Serve una rivoluzione sia culturale sia legalitaria.
Un esercito di soli educatori sarà fermato e terrorizzato dalle minacce e dalla violenza.
Un esercito di sole Forze dell'Ordine aumenterà il disagio giovanile e ci farà assitere a nuovi abusi di cui non vorremmo più sentire parlare.

Serve una volontà congiunta tra politica, educatori e pubblica sicurezza.
Chi si fa avanti?
Non questo Stato, non questa amministrazione comunale.

Forse i diritti dovremmo cessare di chiederli e iniziare a pretenderli.
Questo sarebbe un atto rivoluzionario.

Diffondi su:

Questo sito utilizza codice di monitoraggio a soli scopi statistici

Conferma impostazione Di che si tratta?

Questo browser è obsoleto, questo sito e potenzialmente altri potrebbero non funzionare correttamente, per non parlare dell'esposizione a vulnerabilità e minacce. Aggiornati!

Scarica e installa Brave Scarica e installa Firefox Ma anche no