Matomo
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Pride è traduzione di orgoglio

Pride è la traduzione di "orgoglio".
Orgoglio di essere se stessi e manifestarsi, vivere e non sopravvivere.

Mi chiedo cosa resterà di questa manifestazione: certamente ai detrattori il solito pretesto degli eccessi e dell'effeminatezza diffusa per sostenere che la minoranza LGBT "discrimina" con i propri costumi la maggioranza della popolazione etero e "dai sani principi".
Resterà una città dove l'omosessualità non è percepibile nei luoghi pubblici, perché ritenuta molesta dalla maggioranza dei cittadini.
Resterà una grave lacuna nel contrasto all'omofobia, che spesso non viene affrontata come emergenza sociale e non prevede aggravanti (a livello nazionale al di fuori del contesto lavorativo) per reati discriminatori.

Resteranno all'apparenza ottime ragioni per dubitare dell'efficacia di questa e altrettante battaglie, ma ogni fenomeno e regressione culturale conosce la parola FINE.
Ce lo insegnarono nella lotta alle mafie Falcone e Borsellino, abbiamo l'opportunità di fare altrettanto nel contrasto alla più stupida e autolesionista delle discriminazioni.
Chiudiamo un capitolo iniziato più di un millennio fa con le persecuzioni della Chiesa romana e oggi monopolizzato da certi schieramenti politici.
Gli sforzi e l'attenzione mediatica nell'ultimo decennio sono fortemente aumentati: ricordo sia da studente sia da utente social il clima che si respirava sino a 5-6 anni fa, sarei un bugiardo a negare che è finalmente in corso un'evoluzione.

Con la mia partecipazione ho deciso di premere l'acceleratore e metterci la faccia, anziché fermarmi a guardare e accettare passivamente la realtà, o persino nascondermi.

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