Adesso spiegatemi perché la piattaforma Rousseau, strumento di consultazione INTERNO al MoVimento 5 Stelle, rappresenterebbe una minaccia alla democrazia parlamentare.
Avessero consultato gli iscritti ai gazebi non sarebbe sorta alcuna polemica, perché i detrattori del Movimento hanno creato terrorismo mediatico attorno a quella piattaforma.

Forse il nocciolo della questione è che il Movimento conta su oltre 200 parlamentari, e qualsiasi decisione venga intrapresa circa la facoltà o meno di governare con il PD, avviene un terremoto politico e lo stravolgimento delle sorti del Paese.
Avessero una minore forza contrattuale - dunque un numero largamente inferiore di parlamentari - superereste persino i pregiudizi circa una consultazione elettronica degli iscritti.
Reputereste Casaleggio un comune mortale proprietario di una società privata.
Confondete con grande ingenuità la forza contrattuale di un partito con l'apparato della democrazia rappresentativa, attribuendoci nell'epos popolare i "pieni poteri" (altro che Salvini).

Utilizzo il plurale e un tono quasi accusatorio perché molti italiani, a giudicare dalle notizie, dagli interventi sui social e dai messaggi che ricevo su Telegram e Whatsapp, sono TERRORIZZATI dalla potente e losca piattaforma Rousseau.

A mio avviso l'unico errore commesso da Luigi Di Maio in questa fase è aver rinviato le votazioni ad accordo già avvenuto, a circa due settimane dall'annunciata crisi di governo, tra voltafaccia e mojiti.
Bisognava anticipare i tempi e interpellare noi iscritti almeno una settimana fa, così da superare rapidamente la fase di stallo e migliorare la qualità della vita di Sergio Mattarella.
Per quanto io non apprezzi questo Presidente della Repubblica, bisogna mettersi nei suoi panni e riconoscere il delicato ruolo che (legittimamente) ricopre.

E per quel che mi riguarda, l'accordo M5S-PD (coerente con la politica dei due forni) s'ha da fare.