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Obbligo vaccinale: se non ora, quando?

Introdurre l'obbligo vaccinale significherebbe porre fine al vergognoso siparietto tra complottisti e perbenisti.

Significherebbe prevedere per legge il risarcimento in caso di gravi sintomi e la responsabilità statale circa la somministrazione delle dosi, anche se la Corte Costituzionale si è già espressa equiparando a livello di tutele le vaccinazioni "fortemente raccomandate" a quelle "obbligatorie".

Significherebbe accelerare ulteriormente la campagna vaccinale, perché un Free Vax o No Vax può fare proselitismo e invogliare il prossimo a rifiutare democraticamente il vaccino, spesso con infondato terrorismo psicologico.

Significherebbe vivere in uno Stato socialdemocratico dove gli individui rinunciano a una parte (minima) della propria libertà per il bene della collettività, in nome degli articolo 16 e 32 della Costituzione Italiana.

Significherebbe togliere sovraesposizione mediatica alla parte più ignorante e/o arrogante del Paese.

Significherebbe, tuttavia, distrarre attenzioni dagli scontri tra tifoserie sulla "libertà di scelta" e accendere nuovamente i riflettori sull'operato dell'esecutivo, più di quanto non sia avvenuto durante il Conte Bis.

Sarò malpensante, ma forse è proprio questa la ragione per cui uno dei governi più imbarazzanti e disomogenei della storia repubblicana preferisce nascondersi dietro la supercazzola giuridica del Green Pass.

Se il governo italiano si assume la responsabilità di introdurre l'obbligo vaccinale, potremmo dire che Mario Draghi ha fatto anche cose buone.

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