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Contro l'establishment neoliberista e atlantista

Il 25 settembre si vota per le elezioni politiche.

Questa campagna elettorale è stata volutamente organizzata nel modo meno efficiente possibile per salvaguardare lo status quo e l'assenza di proposte politiche dei partiti tradizionali, il tutto a svantaggio delle forze antisistema e di sinistra radicale che si sono dunque viste impossibilitate dallo svolgimento di una buona campagna politica.

Il nostro Paese è stato inoltre oggetto, proprio in questi giorni, di autentiche minacce da parte di un alto funzionario della Casa Bianca e successivamente di ingerenze della Presidente della Commissione UE Von Der Leyen.

Ciò attesta una volontà sia nazionale sia internazionale di ridurre la democrazia italiana a un falso bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra, a una grande destra economica fedele a Washington divisa soltanto sui diritti civili, ma disposta a sacrificare anche questi in nome delle larghe intese (vedi Ddl Zan).

Davanti a tale scenario è doveroso andare alle urne, ripudiare l'astensionismo ed esprimere l'unico "voto utile" possibile: un voto contro l'establishment neoliberista e atlantista, un voto a Unione Popolare e Luigi de Magistris.

Ci attenderà un inverno difficile per il carovita e il drastico aumento delle bollette, per il crescente impegno bellico contro la Russia, per la sicura ascesa del centrodestra che peggiorerà ulteriormente lo stato delle cose.

Queste elezioni saranno un referendum tra Rivoluzione e Conservazione, con una posta in gioco molto alta quale il nostro futuro, oggi più che mai, sia sul piano economico sia come umanità.

Anche il solo ingresso della Rivoluzione in Parlamento, ossia di #UnionePopolare e altri soggetti antisistema, sarà un successo che porrà le basi per una rapida sconfitta della Conservazione.

Arrendersi e astenersi dal voto significa avvantaggiare la Conservazione, significa soprattutto in questo momento storico condannarsi a un'esistenza precaria vincolata ai capricci di un manipolo di oligarchi (altro che filantropi) guerrafondai e sprezzanti verso il ceto medio-basso, verso il popolo.

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