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La sconfitta degli anti-sistema

Il brand "anti-sistema" è in crisi.

Escono sconfitti da queste elezioni i due principali baluardi di un Terzo Polo alternativo al centrodestra e centrosinistra: Luigi De Magistris in Calabria e Virginia Raggi a Roma.

L'unico antidoto a questa deriva era il voto popolare, tuttavia molti elettori (soprattutto calabresi) hanno scelto l'astensionismo rendendosi complici di quel sistema.

La sindaca uscente di Roma risulta quarta su quattro candidati, battuta anche da "sua confindustrità" Carlo Calenda e isolata da uno dei principali artefici del degrado politico nazionale: il Movimento 5 Stelle.
Proprio loro, gli ipocriti legittimatori della partitocrazia tradizionale, adesso inebriati dalla vittoria di Manfredi a Napoli e totalmente insensibili alla perdita della Capitale.

In Calabria abbiamo assistito a una mezza Caporetto: consensi per De Magistris ridimensionati al 16% e la circoscrizione Sud che ancora una volta si conferma vergognosamente la peggiore.
A Reggio Calabria, capoluogo di 180.000 abitanti, i risultati sono omogenei alla provincia!

In compenso abbiamo visto una Calabria resistente a Cosenza, dove il 65% di affuenza ha determinato una seconda posizione per De Magistris con il 30% dei voti.
Una sonora lezione al Partito dei Nun C'è Nenti.

Inoltre alcune piccole Stalingrado come Cinquefrondi lasciano ben sperare per il consolidamento di una nuova classe dirigente.

Saverio Pazzano, che ho avuto l'onore di sostenere in questa lunga campagna elettorale, prende un bottino di 2217 voti nonostante la mancata elezione.

Tutti presupposti per affermare che sì, abbiamo perso un'importante battaglia, ma non la guerra!
L'obiettivo di entrare al Consiglio Regionale è stato comunque raggiunto.

Luigi De Magistris ha dimostrato che essere una persona di sinistra non impedisce il trasversalismo politico.
Davanti a temi come la legalità, la lotta alla massondrangheta e ai grandi interessi privati, parte dell'elettorato di destra ha risposto orgogliosamente con il voto.

Pertanto questo non è il momento di fermarsi.
Il consenso politico come le rivoluzioni richiede anni di preparazione, poi si vince!

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